Giornalista appassionato, raffinato, colto Andrea Liberatori e una vita per L’Unità

Giornalista preparato e appassionato, colto e raffinato, Andrea Liberatori aveva 97 anni. Gentiluomo dai modi fermi e garbati, ha insegnato il mestiere a generazioni di cronisti. Entrò nella redazione torinese de L’Unità da studente in ingegneria al Politecnico nel 1948, e per quarant’anni lavorò al giornale fondato da Antonio Gramsci, sia in città che a Milano. La sua è stata una vita intensa da segretario di redazione, cronista, inviato, capo redattore. Per dodici anni fece parte del consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte.  Nel periodo milanese tra il 1957 e il 1962 lavorò con Aldo Tortorella direttore e Aniello Coppola capo redattore. Sempre a Milano con Giulio Trevisani e Arturo Lazzari partecipò attivamente alla creazione dell’Enciclopedia nuovissima che uscì a dispense con il Calendario del Popolo. “Andrea era sempre pronto a confrontarsi con gli altri -racconta il collega e amico battista Gardoncini-, ma era anche fermo nella difesa degli ideali che lo avevano spinto giovanissimo ad avvicinarsi al partito comunista e alle pagine dell’edizione torinese de L’Unità, dove aveva messo la sua elegante scrittura al servizio di quella che allora si chiamava-e probabilmente lo era- lotta di classe”. Un giornalista che amava raccontare del suo mestiere soprattutto in una redazione frequentata da Italo Calvino, Paolo Spriano e Raimondo Luraghi. “Chissà quanto Andrea abbia amato il suo lavoro -continua il collega-  sa anche quanto gli costò la decisione di lasciare il timone della redazione, accettando per disciplina di partito un prepensionamento imposto dai conti dissestati del giornale. Ma anche dopo non aveva voluto far mancare il suo contributo di idee e di esperienza ai tanti giovani che aveva accolto in redazione, e che continuavano a rivolgersi a lui per consigli e suggerimenti. E lo stesso aveva fatto per tutti quegli altri colleghi, senza badare a testate o appartenenze, con una lucidità che non è mai venuta meno nonostante l’età”.

 di Floriana Rullo