E’ morto Claudio Cerasuolo (1940-2020)


E’ volato via Claudio Cerasuolo, aveva compiuto 80 anni quattro mesi fa. Nato a Venezia, era sposato con l’avvocato Dolores Molino, aveva due figli. Dopo essere stato capitano di Aviazione era sceso a terra e aveva cominciato a lavorare al Gazzettino di Venezia. Alla cronaca della Stampa era arrivato nel 1974, insieme a una squadra di giornalisti veneti. Il nostro Capo lo affidò a me, e io lo contagiai subito di cronaca giudiziaria, una passione che, se ti prende, diventa poi difficile lasciarla. Io riuscii a staccarmene, lui no, fino alla fine.

Non potevamo avere caratteri più diversi: lui sempre così serenamente allegro, composto, mai invadente. Io poco incline al buonumore. Era capace di far sorridere, talvolta ridere, perfino i pubblici ministeri, i giudici, i presidenti di sezione e di Corte. Giravamo in cerca di notizie per i corridoi della Procura della Repubblica in via Milano e del Tribunale in via Corte d’appello (siti archeologici per i giornalisti di oggi), poi andavamo a fare il punto al bar dell’angolo sulle due vie (c’è ancora adesso), a bere un caffè, un cappuccino un “ombra”. C’erano anche i colleghi della concorrenza, ma al banco non c’erano rivalità. Non l’ho mai visto sfilare una sigaretta dal pacchetto, lui le sigarette se le faceva con la cartina e il tabacco, ed era un piacere guardarlo compiere quel rito.

Molti i suoi servizi di cronaca giudiziaria: l’inchiesta e poi il processo per il cosiddetto “scandalo dei petroli” (in materia Claudio era diventato un esperto), tangenti, mafie, brigate rosse.

Lasciò il giornale prima di noi, per dedicarsi a un’altra scrittura, quella di romanzi gialli, spionaggio, cucina, spesso ambientati nella nostra città, che Claudio aveva assimilato bene, pur conservando quell’accento inconfondibile che non si capiva bene se fosse all’origine o la conseguenza della sua allegrìa. “Il corniciaio di Amsterdam”, “Delitti d’autore”, “Un garibaldino alla mia tavola. Risorgimento, melodramma e cucina”, alcuni dei suoi titoli. Amava gli scacchi, il tennis, era un eccellente cuoco.

Si è ammalato all’inizio dell’anno, sembrava che tutto procedesse verso la ripresa, poi all’improvviso il crollo, in 15 giorni.

Ciao Claudio, lasciate le amate persone e le cose terrene, puoi riprendere a volare.

Sergio Ronchetti